Stefana Impera
Dirigente Medico U.O.C. Ematologia ARNAS Garibaldi
Ho appreso dell’esistenza della Fon.Ca.Ne.Sa. nel 1991, allorchè, appena ammessa alla scuola di specializzazione in Ematologia, fui presentata dal prof. Cacciola alla Signora Rosalba Massimino. Qualcuno mi sussurrò chi Ella fosse e cosa stesse facendo per l’Ematologia di Catania ed io, ricordo, rimasi affascinata da quella figura che, allora agli albori della mia avventura professio-nale, identificai con una sorta di Mecenate del-la scienza, che sponsorizzava progetti di ricerca ed offriva borse di studio e soggiorni all’estero a specializzandi e specialisti in Ematologia, allo scopo di riportare risorse umane e bagaglio di conoscenze acquisite altrove nella Casa Madre dell’Ematologia.
Ho appreso dell’esistenza della Fon.Ca.Ne.Sa. nel 1991, allorchè, appena ammessa alla scuola di specializzazione in Ematologia, fui presentata dal prof. Cacciola alla Signora Rosalba Massimino. Qualcuno mi sussurrò chi Ella fosse e cosa stesse facendo per l’Ematologia di Catania ed io, ricordo, rimasi affascinata da quella figura che, allora agli albori della mia avventura professio-nale, identificai con una sorta di Mecenate del-la scienza, che sponsorizzava progetti di ricerca ed offriva borse di studio e soggiorni all’estero a specializzandi e specialisti in Ematologia, allo scopo di riportare risorse umane e bagaglio di conoscenze acquisite altrove nella Casa Madre dell’Ematologia.
Negli anni, ho avuto modo di conoscere a fondo lo spirito che anima la Mission della Fon.Ca.Ne.Sa. (“Accoglienza e Formazione”), ammi-rando soprattutto la sensibilità della sua fondatri-ce, che non ha mai cessato di impregnare ogni iniziativa della Fondazione di amorevole atten-zione nei confronti della persona sofferente, nel ricordo sempre vivo della sua dolorosa esperien-za familiareOggi, all’interno della Struttura in cui lavoro, l’Ematologia dell’ARNAS Garibaldi, sviluppando un Progetto di Psiconcologia, finalizzato ad indagare le implicazioni psicosociali delle patologie oncoematologiche e le ricadute sul piano rela-zionale ed assistenziale, mi ritrovo ad apprezzare ancor di più il ruolo della Fon.Ca.Ne.Sa. nel per-corso di malattia dei nostri pazienti oncoemato-logici.
Infatti, in questa nuova Era della Medicina, in cui ci si sta avviando ad un modello di cura non più centrata sulla “patologia” ma sul “paziente” ed in cui l’obiettivo terapeutico si sta modifican-do verso la cura globale (psiche e corpo) di ogni “cittadino”, si riscopre l’importanza di temi come accoglienza,supporto psicologico, alleanza tera-peutica, empatia medico-paziente, che - è stato dimostrato - sono in grado di influenzare signifi-cativamente la qualità della risposta terapeutica In questo nuovo modello di Assistenza Sani-taria, la Fon.Ca.Ne.Sa. si presenta estremamen-te attuale e moderna: la realizzazione di “Casa Santella” rappresenta un esempio di accoglienza del paziente oncoematologico - caratterizzata da attenzione, delicatezza, calore umano nonché supporto logistico del malato e del suo caregiver - che ha come obiettivo primario quello di affie-volire i disagi della lontananza, ma con un ag-giuntivo contributo al mantenimento di una qua-lità di vita accettabile, a sua volta presupposto di aumentata possibilità di guarigione.
Continua a vivere, così, lo spirito che ha animato la nascita di una Fondazione in memoria di Santella: che nessun malato sperimenti i pro-fondi disagi logistici e, soprattutto, emotivi del rimanere lontano dai propri affetti ed isolato nella sua stagione di “collocazione provvisoria nella vita”.
Stefana Impera
Dirigente Medico U.O.C. Ematologia ARNAS Garibaldi
