Sostieni insieme a noi la ricerca sulle malattie neoplastiche del sangue a supporto della Divisione Clinicizzata di Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico - Vittorio Emanuele  ed a portare avanti la Casa di Accoglienza "Casa Santella", Pad. 8 Via Santa Sofia, 78 - 95123 Catania, realizzata per i pazienti trattati in Day Hospital e per i familiari dei degenti provenienti da diversi reparti degli ospedali di Catania.

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Santella era una ragazzina piccola, esile e minuta ma la forza del suo sguardo, la determinazione del suo carattere sono soprawissuti a lei e sostengono ogni giorno, a distanza di tanti anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1985, le persone che in suo nome lavorano nell'interesse dei malati e dei loro familiari, offrendo loro accoglienza e sostenendo i medici nella ricerca.

Santella ha sofferto molto nel lasciare il suo mare, i suoi colori il suo vulcano per rincorrere una guarigione che non è avvenuta ed ha versato tante lacrime ogni volta che vedeva morire un bimbo o un giovane ammalato come lei.

Avrebbe voluto salvarli tutti, avrebbe voluto studiare per diventare un medico ed aiutare le persone che soffrono, avrebbe voluto che nessuno dovesse lasciare la propria città alla ricerca di cure "migliori".

Il 23 dicembre 1985, una settimana prima di morire, Santella ha sostenuto istologia, il suo quinto esame in Medicina, nonostante fosse debolissima e ormai certa della fine, tale era la sua forza di volontà e il desiderio di sconfiggere la malattia al di là di ogni evidenza.

Purtroppo non ce l'ha fatta. Quando ormai tutti quelli che la amavano credevano, chissà perché, che si sarebbe salvata, in silenzio e serenamente è andata via, lasciando a tutti noi un testamento di amore, coraggio e determinazione.

Per lei e tutti quelli come lei che ogni giorno soffrono e muoiono, affinché almeno una parte delle sue speranze e dei suoi sogni siano realizzati.

Per Santella, con profondo affetto, dalla tua amica Magda Marchese.

intermezzo poesie
intermezzo poesie

Nel periodo della sua cura Santella Massimino ha lasciato a noi le seguenti bellissime poesie.

Sembrava un angelo addorrnentato.
Un esile corpicino dal capo chino e la bocca
socchiusa col ricordo di un dolore finalmente
interrotto dal sonno consolatore.
Sernbrava sognare.
C’erano dei giovani sposi che accanto a lui
carnminavano lenti, senza parole né sguardi.
Quell’angelo non aveva riccioli d’oro, un
mostro aveva rubato i suoi capelli e il suo
sorriso.
Un anonimo giorno di marzo dal cielo coperto
di Parigi che corre, due camici bianchi
portavano via un lettino: non c’erano angeli,
ma un bimbo di dieci anni coperto fino al
collo, col capo senza sogni e la bocca senza
alito di vita.
Sembrava tranquillo.
Sua madre e suo padre non avevano più lacrime
da piangere dopo un anno che il loro bimbo
soffriva, finalrnente era morto. Lui non avrebbe
più pianto.

Ho incontrato la disperazione
con le vene dal sangue stagnante
in un paese dove muoiono i sogni,
dove non c’é “uomo”
perché non c’é paura di morire
Ho incontrato il silenzio,
degli stanchi gemiti strozzati,
nello spazio di un istante abbandonato
in un paese dove l'anirna ristagna
E la rifrangenza é una stella spenta
E il mio spirito ha respirato
fino all’ultim0 di questo
Ultimo orizzonte.

Nel buio silenzioso
di questa stanza
sento il rtnio cuore
religiosamente
piangere.
Ultime speranze dai rniei
Occhi senza ciglia.
Che rni lasci
l'ultimo
l'uunico
sogno di vita intera.
Ma la vita
é solo un gioco d’ornbre
e riflessi.
La più grande
architettonica finzione. . .
Quest’amore irnrnenso
allora perché?

intermezzo poesie

L'uomo pregava il suo
Dio
col volto prostrato sulla terra
le sue labbra rosse
muovevavo fili d’erba.
L’uorno non capi
perché venne la pioggia
e pianse
e le sue lacrirne furono pioggia
e l’uomo divenne erba...
e il suo Dio fu tuono.
(La sua preghiera fu lampo)

Parole come palloncini
volano in alto
Fanno sognare
raccolte
solo
da cuori barnbini
che vogliono arnore
che vogliono avere
che che gli viene rubato
la vita
Come palloncini
svaniscono
alla prirna pioggia.

Che fai piccola povera stella
in quel cielo buio...?
Lui
non ha più bisogno di sangue
adesso
nè di sole
Etna di ghiaccio
e cuore infuocato
la mia bocca piange
parole sconnesse
a quella nuova luce che non voglio guardare
raccattando le mie
rovinose paure
i miei occhi non sanno più piangere.

intermezzo poesie

Questo rnio sole
rni ha baciata
in fronte,
col rornbo dei rnotori
che rnacina
l'anirna
onda di un rirnpianto
nel rnio rnare.
Ti rivedrò rnia terra?
Terra. che sospiri
dolce, virile, selvaggia.
vulcanica. terra.
calore del rnio cuore
ti rivedrò rnia terra?

Non ho detto
addio. . .
né arrivederci...
a nessuno
neanche a me.
Sono andata a. fare la guerra
il carnpo di battaglia
era un cristallo sfaccettato
e il rnio corpo fu riflesso.
Ma l’anima ne ha visto
i colori
e ha disertato. Il rnio corpo é un riflesso,
cerca il sole.
L’anirna tornerà
“pace fratello”.

Cornpagni
lacrirne arriare,
ma quale sorriso per te
piccola superstitce...
tutti i rniei rnorti
fanno batters i1 cuore
EDI
giované Edi e fossette vive
Edi rnagro magro e grande sorriso
Claudio dalle spalle larghe
con la forza di un vulcano
con la musica chc ci portava lontano...
Vincenzino, piccolo triste arnore
Vincenzo voce roca e irnrnenso cuore
e tu giovane uorno
perdonami, non ricordo il norne
signora rnia Francese
il tuo barnbino...
lui adesso é solo
cornpagni rniei,
clolci giovani speranze illuse
e uccise
Ina quale gioiai?...
P.S.
Ma tu
SIGNORE
Che to ne fai
di piccoli santi in cielo?

intermezzo poesie

Dunque
non c'è più speranza?
se la pioggia
ha indurito i sospiri,
e i sentimenti
sono foglie sull'asfalto...
Ma c'è poesia
negli occhi di di un uomo
che non vedono più
tramonti...
E' il dolore
credimi,
che ti ha rapito il cuore.

Angeli miei...
bambini del lago,
Dove siete?
Non ci vogliono neppure vent'anni
per morire.
Il mostro correva
da una stanza all'altra
e ci voleva rubare la vita
Sono rimasta sola
come le vostre
dolenti madri
Lui vi ha portato via,
l'assassino senza pietà.

Ma tu
SIGNORE
che te ne fai
dei piccoli santi in cielo?

intermezzo poesie

Chi spezzerà
le catene del mio pianto
ora che la voglia
di libertà
è un grido soffocato?
Scomparirà
la stanza degli
orrori muti
o questa vita è
già soltanto
un'ombra?

L'uomo pregava il suo
Dio
col volto prostrato sulla terra
le sue labbra rosse
muovevano fili d'erba.
L'uomo non capì
perchè venne la pioggia...
e l'uomo divenne erba...
e il suo Dio fu tuono:
(La sua preghiera fu lampo).

Da queste mura
ascolto il grido
disumanamente eroico
di un bambino.
Noi che abbiamo la morte in corpo
chiamiamo
"mamma"
dal tempo della gran paura
d'essere nati
della gran voglia
di essere in lei
O quella più grande...
di non essere mai nati.

intermezzo poesie

Spirito del tramonto,
luna infuocata,
vento gemente,
sole scordato...
Dormi
e tu
Spirito di guerra,
scappa,
Prendi il tuo bambino
proteggilo con le lacrime
uccidi con le grida
lotta il desiderio
coltivi fiori.

Fratelli miei
eravamo parti
di una stessa croce
Fratelli miei
il dolore correva su di essa
e la corrodeva.
Eravamo parti
di una stessa croce
Fratelli miei
che la morte ha spezzato
nel mio cuore c'è un grande giardino
Piccole anime
i miei occhi trasmettono colori
Tutti voi dentro di me.

Credere nel mio Dio e in me stessa
obbedire sempre ai miei principi
combattere contro il dolore con la gioia
contro il buio con la luce
per conquistare la vita.

intermezzo poesie

Riuscirò a scappare
dalla sabbia che soffoca
il mio ventre?
Quando il mondo
mi è caduto addosso
non avevo ombrello
e la pioggia
fitta di dolori
si è attaccata alla mia pelle.
Il mio ventre sarà
un campo dopo la guerra
stringimi forte bambino
Nel mio campo sterile
non ci sarai:
dimmi che esistono fiori bambino
Bambino del mio cuore,
già nato,
bambino, fiore,
dammi il tuo odore.
E sarai.

La mia anima cammina
ubriaca
sulla spiaggia di questo limbo
dai sassi taglienti.
I suoi piccoli piedi
non sentono dolore
i suoi occhi
non vedono sangue.
Respiro in lontananza
una cantilena

Lo spirito zoppo
nel cielo
colle ali spezzate
può ancora volare.
Dicono che si aggira
tra gli scogli
quando le nuvole
atterrite scappano,
si lascia cadere tra le onde
e risale come un angelo
peccatore di sogni e di tristezza.
La mia anima cammina curva.

intermezzo poesie

Il un giorno di dicembre
Signore mio
dimmi perchè non piango
ora che è morto
ho pianto tante volte
per le sue vive
speranze sofferenti
vicini di camera
Vincenzo ed io
le sue sofferenze e le mie
e un orso che piangeva
nel disegno che chiedeva pietà
ora riposa
e i miei occhi asciutti non hanno pace.

Sembrava un angelo addorrnentato.
Un esile corpicino dal capo chino e la bocca
socchiusa col ricordo di un dolore finalmente
interrotto dal sonno consolatore.
Sernbrava sognare.
C’erano dei giovani sposi che accanto a lui
carnminavano lenti, senza parole né sguardi.
Quell’angelo non aveva riccioli d’oro, un
mostro aveva rubato i suoi capelli e il suo
sorriso.
Un anonimo giorno di marzo dal cielo coperto
di Parigi che corre, due camici bianchi
portavano via un lettino: non c’erano angeli,
ma un bimbo di dieci anni coperto fino al
collo, col capo senza sogni e la bocca senza
alito di vita.
Sembrava tranquillo.
Sua madre e suo padre non avevano più lacrime
da piangere dopo un anno che il loro bimbo
soffriva, finalrnente era morto. Lui non avrebbe
più pianto.

Ma mi sembra così strano pensarmi.
senza di te per le strade di questo mondo
così splendido che voglio mostrarti.
Prega bambino dovunque tu sia,
prega il buon DIo che guardi ed
abbia pietà di te e della tua mamma.
Nella speranza che un giorno le nostre
mani si possano incontrare e che
tu sogno possa diventare fiore.

vincenzo

Questa lettera al suo bambino che non nascerà mai...
quando ha capito...
Parigi 23 Ottobre 1984